Un tempo di riflessione quello trascorso a Torre Annunziata, in villa Tiberiade, nei giorni 4 e 5 Dicembre 2021, dove un gruppo di giovani, provenienti da diverse realtà salesiane dell’Ispettoria meridionale, ciascuno con il proprio “bagaglio di vita” ha deciso di vivere, finalmente in presenza, dopo due anni di incontri su piattaforme digitali, un momento di preghiera e fraternità in preparazione al Natale.
Accompagnati in questo viaggio breve, ma intenso, da Don Gianpaolo Roma, Don Giuseppe Spicciariello, Suor Giuliana Luongo e con la partecipazione del docente di lettere Mario Ascione, abbiamo scoperto un’umile donna e Madre, congiunzione tra cielo e terra, tra infinito e finito: Maria.
L’intervento del professore Mario ha portato ad una riflessione sulla Vergine Maria traendo spunto dall’inno che il Sommo Poeta Dante Alighieri, mette sulle labbra di San Bernardo nel canto XXXIII del Paradiso. Maria è una donna controcorrente che non ha ascoltato la ragione, ma l’amore. Noi possiamo amare solo se riusciamo ad uscire dai limiti della ragione. La ragione richiede il controllo, l’amore, come afferma Platone, è follia. Maria ha pronunciato il suo “Si” per amore e ogni persona è chiamata ad essere Vergine e Madre, imparare a generare conservando la propria origine, il progetto di Dio.
La riflessione è continuata sull’Avvento, volgendo l’attenzione alle parole scritte dall’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia: siamo chiamati a fare un passo indietro e a metterci in ascolto, ad essere “qui e ora” , e “silenziosamente costruire” come afferma la canzone di Niccolò Fabi, ed io aggiungerei “lentamente costruire”, perché ogni passo richiede tempo: l’Avvento è un tempo di attesa, ogni anno si vive un Avvento nuovo, rinnovato perché si tende sempre di più la mano verso qualcuno che bussa alle porte del cuore, per giungere a gridare il nostro” Si”. Il testo della canzone mi ha personalmente toccato, si costruisce “tutto giorno dopo giorno”, anche l’amore, il rapporto con la Vergine Maria e il Signore si alimenta vivendo il presente.
Momento conclusivo di Avvento Giovani è stata la meditazione sulla Lettera di Papa Francesco per la XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù: noi giovani siamo chiamati ad alzarci, a non rimanere a piangerci addosso, c’è una missione che attende ciascuno. Diventiamo testimoni di ciò che abbiamo visto: testimoni della bellezza di Dio, testimoni dell’amore, testimoni del nuovo sguardo che permette di vedere con occhi attenti, testimoni di speranza poiché “finché c’è fatica c’è speranza” diceva Don Milani, testimoni gioiosi che Cristo vive.
Attraverso momenti di preghiera, di deserto e di svago abbiamo riscoperto la bellezza di stare insieme, di confrontarci e di riscoprire i tre vocaboli che caratterizzano l’Avvento: attesa, attenzione, speranza. Giorno dopo giorno tendiamo la mano verso l’altro; cogliamo le piccole cose, quelle fragili che stanno germogliando sul nostro cammino e custodiamo il prossimo, il Signore, e il Creato. Facciamo esperienza dell’amore creativo, semplice e generativo di Maria.
Gabriella Di Benedetto
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