Martedì 13 luglio: Uno dei pomeriggi più speciali trascorsi all’estate ragazzi quest’anno a Ruvo.
Essendo complicato noleggiare un bus per spostarsi in tanti, abbiamo invaso il treno della Ferrotranviaria per raggiungere la stazione di Bari Centrale e da lì arrivare all’Oratorio Salesiano del Redentore.
Ci attendeva don Francesco, don Massimo e gli animatori, oltre a sr Isa e un gruppo dell’oratorio di Bari San Girolamo.
Dopo una accoglienza festosa, il canto degli inni, spazio ai giochi e poi a quattro tiri al pallone su quell’enorme campo di calcio, in erbetta sintetica nuova di zecca…
Ma la sorpresa più bella è arrivata alla fine, con due ospiti speciali che hanno raggiunto il cuore con la loro testimonianza, bella e sentita perché vera.
Pino e Lella Fazio, genitori di Michele Fazio, il quindicenne morto il 12 luglio 2001, colpito da un proiettile vagante durante una sparatoria a Bari vecchia.
Pino ci ha detto che da quella sera di 20 anni fa, lui non si è mai fermato, andando in giro in tutta Italia, insieme a Lella, per parlare ai giovani e dire loro di non lasciarsi prendere la loro città. Che quello che è successo a Bari vecchia può succedere dappertutto:
i giovani ora possono dire che “Bari vecchia non appartiene più a questo o quel clan mafioso, ma è della gente onesta”. È nostra, di tutti, perciò è più bella, più vivibile.
Pino dice che ha parlato più volte a San Girolamo, al quartiere Libertà e tanti altri quartieri di Bari e persino a Ruvo, dove ha invitato a riprendersi la propria città che è bella e merita che tutti i giovani se ne prendano cura.
Lella interviene, anche lei parlando col cuore, da mamma, come ci ripete più volte, dicendo a tutti i ragazzi di non sciupare il tempo passato a scuola, di apprezzare lo studio perché ci rende migliori.
Lo dice lei che ha potuto studiare solo da grande, quando, alla morte del figlio Michele, ha capito che aveva tante cose da dire ma non riusciva ad esprimerle bene.
Le mancavano le parole giuste.
E così ha ripreso a studiare per prendere la licenza media.
“Voi siete intelligenti e capaci, non cedete alle ingiustizie, alle prepotenze e alla illegalità. Voi siete il nostro futuro, abbiamo perso un figlio ma ne abbiamo trovati tanti in tutti voi. Portate avanti la speranza!”
Poi l’applauso partito spontaneo da tutti noi e infine il saluto del direttore don Francesco e un grazie di cuore da parte di ogni ragazzo per questa fantastica esperienza.
Una esperienza in cui per qualcuno, era la prima volta che viaggiava in treno…
e soprattutto, per tutti noi, era la prima volta che abbiamo potuto ascoltare due testimoni che hanno saputo parlare non con le parole ma con la vita!
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