Il 4 marzo 2020, a circa due mesi dall’inizio del nostro cammino nel Servizio Civile Universale, ricevemmo una notizia che ci lasciò confuse, spaesate e senza parole. Ci comunicarono infatti che, dal giorno successivo, non saremmo più tornate in sede per quindici o forse venti giorni. Non c’era alcuna certezza, bisognava attendere. Restammo a casa, così come ci imploravano di fare, ma i giorni passavano e il mondo ad un tratto parve essersi fermato. Man mano anche le nostre speranze e la nostra voglia di ritornare tra i bambini si spegneva, tutto ci mancava ma “non si poteva fare altrimenti!”.
I giorni passavano e così le settimane e ad ogni diretta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte le restrizioni erano sempre maggiori ma nonostante tutto sapevamo che bisognava farci sentire e quindi, parlando con le nostre OLP, decidemmo di lavorare da remoto creando giochi, attività e ricette, postandole sui social network al fine di impegnare parte del tempo dei bambini.
Nonostante l’impegno profuso sapevamo che questo non era abbastanza e il nostro piccolo sforzo era vano; avevamo voglia di fare qualcosa di concreto per dimostrare che le ragazze del Servizio Civile non si erano lasciate scoraggiare a causa della pandemia né della paura per cui, parlandone ancora con le OLP, prendemmo la decisione di chiedere un servizio in gemellaggio con il Comune di Brienza o qualche altra Associazione che avesse bisogno.
Il Sindaco della città, Geom. Antonio GIANCRISTIANO e l’Assessore alle Politiche Sociali Giuseppe GRANO, tra non poche perplessità e apprensioni, decisero di impegnare la nostra voglia di “fare di più e bene” a beneficio di Brienza.
Ci proposero subito di prendere in adozione la Biblioteca Comunale “M. Collazzo”, ormai abbandonata da anni e chiusa al pubblico. Entrate lì l’8 giugno 2020 ci ritrovammo in due stanze polverose, con un vecchio PC e migliaia di volumi sparsi tra gli scaffali e il pavimento. Dotate di dispositivi di protezione individuale: mascherine, guanti e Gel ed armate di computer, scope, candeggina e buona volontà iniziammo a catalogare i volumi, antichi e moderni, malmessi e non, in italiano, latino e in altre lingue, manoscritti o addirittura libri rari. Ciò ci ha caricate di responsabilità perché abbiamo avuto tra le mani un patrimonio di antichi filosofi, poeti e scrittori del macrocosmo che è il mondo e il microcosmo costituito dalla nostra città che vanta una storia millenaria e annovera tra i suoi abitanti, cittadini illustri quali: l’avvocato Mario Pagano, il giurista Francesco Saverio Bruno, lo psichiatra Luigi Maria Ferrarese, lo storico Cataldo Iannelli, il magistrato Giuseppe Altavista.
Ci sentivamo di nuovo utili e soprattutto, nonostante le mascherine e i guanti, cittadine del mondo, o meglio, di un mondo che si avviava alla normalità.
Abbiamo lavorato per ore, impegnato il nostro tempo e le nostre forze con entusiasmo; abbiamo lavorato a porte aperte cosicché i cittadini di Brienza avevano la possibilità di rivedere un posto tanto amato in passato, di nuovo vivo: tanti infatti erano i curiosi ad affacciarsi e a chiederci come stesse procedendo il lavoro.
Il gemellaggio, terminato a metà agosto, ha dimostrato quanto sia importante non solo l’impegno dei giovani ma anche la collaborazione tra enti territoriali differenti che mettendo risorse e carismi in comune, possano creare progetti validi, utili alla crescita del territorio.
L’esperienza in biblioteca è stata interessante e piacevole ed è stato per noi un momento di “rinascita”, un “reinserimento” in società dopo un periodo buio, ma la fine di questo percorso è in realtà solo l’inizio di una nuova sfida data dalla riapertura delle attività oratoriane e scolastiche che sta richiedendo un grande sforzo per la preparazione degli ambienti “a misura di bambino” garantendo l’avvio in sicurezza.
Michela Baldetti, Antonella Collazzo, Lopardo Katia, Giusy Palladino, Roberta Scelzo – operatori volontari Servizio Civile
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